Il gioco del dipingere
Il gioco del dipingere
Dal sito ufficiale di Arno Stern (www.arnostern.com)
Introduzione
La Formulazione, fenomeno universale scoperto e studiato da Arno Stern tra il 1950 e il 1980
Da sempre l'umanità s'è servita di segni tracciati per comunicare. Ma se l'immagine ha certo permesso d'entrare in comunicazione con gli altri, una primaria funzione della traccia è rimasta sconosciuta.
Quando non è più destinata agli altri - quand'è liberata dalla necessità d'esser compresa da un ricevente - la manifestazione può diventare Espressione della memoria organica.
La facoltà di tracciare appare assai presto tra i gesti del bambino piccolo. Le sue primissime tracce sono condizionate dalle capacità motorie. Poi, si sviluppano secondo un processo programmato - e non, come si è creduto, in virtù delle osservazioni che il bambino fa nel suo ambiente.
All'insieme di segni che nascono in questa concatenazione, Arno Stern ha dato il nome di Formulazione.
La Formulazione è un sistema coerente ed universale; non è limitata ad un'età particolare, ma accompagna la vita d'ogni essere umano in tutte le fasi della sua esistenza, qualunque sia il suo condizionamento culturale.
Un tale orientamento della facoltà d'emissione non si produce che in condizioni propizie. La Formulazione è suscitata e stimolata nel Closlieu, spazio specifico che la mette al riparo dalle influenze e dalle distrazioni.
La Formulazione nasce da un atto compiuto per una necessità interiore e che non produce un'opera. Quest'atto basta a se stesso e dà un piacere sconosciuto perché con questa traccia viene liberata una ritenzione molto antica. La Formulazione è la sola manifestazione materiale della memoria organica (memoria degli avvenimenti della formazione dell'organismo).
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Il Closlieu
Uno spazio specifico per stimolare e proteggere l'emergere della Formulazione
Come rendere possibile a tutti il gioco semplice e benefico della pittura?
Creando le condizioni adatte a superare i pregiudizi e le inibizioni.
Tutti sono capaci - proprio come lo è il bambino piccolo - di lasciarsi andare a questo gioco, quand'esso si svolge in uno spazio messo a punto a questo fine. Questo spazio è il Closlieu.
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Praticien d'Educazione Creatrice
Servitore del Closlieu
Affinché l'atto del tracciare possa prodursi - liberato d'ogni ostacolo - è necessaria la presenza stimolante di un ‘praticien’. Egli non insegna. Non giudica. Non fa commentare la traccia. Il suo ruolo è quello di un servitore.
Per esercitare questo ruolo, egli deve conoscere le leggi della Formulazione. Questa conoscenza lo premunisce contro lo stupore, l'indiscrezione, l'intervento, l'accaparramento. Il ‘praticien’ nel Closlieu, ha acquisito un'attitudine rispettosa verso la persona e verso la traccia della persona.
L'attenzione portata ai meccanismi della Formulazione, esclude deliberatamente qualsiasi curiosità per il suo contenuto. Comprendere il suo funzionamento è un percorso scientifico ed è tutt'altra cosa che interpretare dei disegni.
Arno Stern, primo ‘praticien’ d'Educazione Creatrice, tiene conferenze e corsi di formazione in tutto il mondo. I suoi libri rispondono ad un'aspettativa tanto pedagogica che scientifica.
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Il mio gioco del dipingere
Il mio gioco del dipingere
Esperienza nel mio Closlieu "Giroulis"
Arrivo a scuola alle 7, prima che arrivino i bambini, devo preparare la tavolozza, riempire le ciotoline di colore, bagnare i pennelli, riempire i bicchieri di acqua e controllare che ci sia tutto quello che mi serve. E' un rito, da gustare, da annusare (il profumo dei colori è incredibile e mi riporta sempre alle giornate di corso con Arno Stern, la prima volta che li ho annusati).
Preparo le puntine che serviranno ai bambini per attaccare i fogli alle pareti, preparo gli asciugamani e la carta, il coltello senza punta per raccogliere le gocce di colore...e riecheggiano le voci dei bambini che mi chiamano "Donatellaaaa, gocciaaaaa".
Bene è tutto pronto.
I bambini iniziano ad arrivare a scuola e sanno che oggi è la giornata del "Gioco del dipingere", sanno anche che verranno chiamati a gruppetti e subito mi chiedono "Quando tocca a me?", "Dipingiamo oggi, vero?"
I bambini vengono a dipingere sempre entusiasti e raramente si stufano prima dello scadere del tempo.
Mentre dipingono e si susseguono i vari gruppetti di bambini eterogenei (dai 2 ai 5 anni), non si ha tempo nemmeno di respirare, si crea una sorta di contratto senza parole, mai firmato da nessuno, dove il bambino sa che ha diritto di usare il colore, i pennelli, sa che ci sono delle regole, rispetta gli altri e me, ma pretende di dipingere e di giocare, pretende che io ci sia per loro, per una puntina da spostare, per una goccia di colore che cola, per una mistura da fare...
Questo è entusiasmante...
E' un legame che si rinsalda e si rinforza ogni volta che il bambino ritorna, crea emozione, crea ricordi, crea benessere, crea dipendenza positiva, ovvero la voglia di tornare a dipingere, a giocare...
Conosco questa sensazione, ho avuto la fortuna di poter essere all'interno di questa bolla felice anche dalla parte di chi dipinge, all'interno del Closlieu di Maria Pia Sala (per approfondimenti sul Closlieu di Maria Pia - L'atelier della traccia, clicca qui). Il colore che scivola con il pennello, che riempie il foglio, che soddisfa perché è pieno, è lucente. Le altre persone che dipingono come te, che si muovono attorno a te in una danza senza coreografia, non ci si tocca fisicamente, ma forse le anime sì. Una voce, la voce del Praticien, la voce di Maria Pia che ti tiene legato al terreno, mentre il pensiero viaggia...
Niente è nemmeno paragonabile, dopo che l'hai provato è difficile farne a meno.


